ALIMENTAZIONE E FERTILITA'
Inviato: lun mar 29, 2021 4:18 pm
ALIMENTAZIONE E FERTILITA'
Il prof. Vittorio Cappa, titolare della cattedra di Zootecnia speciale, al Sacro Cuore di Piacenza, ha scritto per L'Informatore Agrario un articolo su alimentazione e fertilità da cui stralciamo qualche concetto indicativo anche per il nostro settore. L'alimentazione interferisce sulla fertilità per il 50%
Tentare di quantificare l'incidenza dei vari fattori che possono influire sulla fecondità zootecnica in genere è sempre arduo scrive il prof.Cappa essi possono rappresentare variazioni notevoli a seconda dell'allevamento, della zona agraria, della localizzazione geografica dove i rilievi vengono eseguiti.
L'alimentazione ha un'importanza preminente sugli altri fattori: il 50% contro il 50 suddiviso tra ambiente, tecniche di allevamento e fattori genetici e sanitari.
Funzionamento dell'apparato riproduttore
L'alimentazione può essere causa diretta o indiretta di queste alterazioni, ma anche l'ambiente, le tecniche di allevamento,le condizioni sanitarie ed igieniche, fattori genetici a parte, possono influenzarle. Ed il perché dovrebbe essere facilmente capito da chi conosce le norme che regolano il funzionamento dell'apparato riproduttivo sia nel maschio che nella femmina. L'apparato femminile, in particolare, I'allevatore sa che è regolamentato da ormoni che provengono dall'ipofisi controllata dal sistema nervoso centrale o ipotalamo. Questi provoca la liberazione di ormoni che, a loro volta, liberano a livello dell'ipofisi, l'ormone follico stimolante (FSH) e l'ormone luteinizzante (LH) che assieme regolano il ciclo astrale e la produzione di ormoni ovarici.
Stimoli di natura interna che esterna
L'ipotalamo nei mammiferi, come negli uccelli, può essere raffigurato come il punto di partenza di una serie di stimolinche raggiungono le ovaie regolandone l'attività, mentre la sua attività è influenzata da stimoli sia di natura umorale (ormoni) che sensoriale (esterni), che si traducono in impulsi attivanti o inibenti.
Gli stimoli di natura sensoriale possono essere visivi, olfattivi, emozionali, come conseguenti
a malattie dell'apparato genitale e alla situazione dell'organismo in generale (costituenti glucosici, fosforici,etc
del sangue, ad esempio) quindi dipendenti dal metabolismo e dall'alimentazione.
Temperatura luce e le altre condizioni ambientali che stimolano l'attività sessuale e favoriscono la fertilità
Le variazioni ambientali esercitano un'influenza predominante sul comportamento sessuale degli animali mediante l'attivazione dell'ipotalamo. L'effetto della bassa temperatura è, in genere,di scarsa rilevanza, mentre l'alta temperatura, in particolare se associata ad elevata umidità, produce stress da calore che riducono la fertilità. Avvenuta la fecondazione lo sviluppo dell'uovo fecondato (ovocita) in queste condizioni, è più difficile per cui un germe debole può non sopravvivere.
L'intensità e la durata della luce nelle 24 ore influenzano variamente l'attività sessuale
Come ogni allevatore sa, il corretto impiego del programmatore luce che troppi usano con molta disinvoltura, è deciisivo ai risultati. Altre condizioni che favoriscono l'eccitazione sessuale sono dovute a stimoli di natura visiva, uditiva e più raramente olfattiva negli uccelli, causati dalla vicinanza del maschio o dal suo canto, dalla parata amorosa di altre coppie, dalla costruzione del nido, etc.
Condizioni ambientali negative alla robustezza e allo sviluppo degli embrioni
Tutti questi stimoli agiscono aumentando la sensibilità dell ipotalamo all'azione degli ormoni ovarici Condizioni stressanti negative possono essere dovute a spazi di alloggio
insufficienti (lotte per la conquista dei "territori" di nidificazione), dall'immissione in voliera di nuovi soggetti che causano scompiglio e squilibrio di gerarchie già formate, coppie spaiate e soggetti intolleranti, cambiamenti di orari, diete e persone nella conduzione, etc.
I riflessi negativi di queste condizioni sembrano interferire sull'attività delle surrenali che sotto certi stimoli mettono in circolo quantità anormali sia di glicocorticoidi, che provocherebbero mortalità embrionali, che di progestinici che attraverso l'ipotalamo controllano la produzione di gonadotropi. Produce effetti del tutto negativi , è inutile ricordarlo l'accoppiamento prematuro, in particolare della femmina immatura o sessualmente impreparata.
Ovvie le conseguenze sulla fertilità di infiammazioni e malattie di cloaca, ovidotto, deferenti, ovaia a causa di ma-
lattie infettive come colibacillosi, salmonellosi, micoplasmosi, etc., che danneggiano in varia misura l'apparato riproduttore e possono rendere una femminaanche permanentemente infeconda.
Una dieta squilibrata, carente o in eccesso causa anche malattie dismetaboliche
Ma vediamo soprattutto il motivo principale di questa nota o gli effetti dell'alimentazione sulla fertilità degli uccelli. Essa può ridurla per:
1 - anormale apporto energetico
2 - insufficiente od elevata somministrazione di proteine; eccesso, carenza o squilibrio di minerali;
3 - carenze vitaminiche (A D E);
4 - alimenti tossici.
Quindi: anormale apportoenergetico, sia per difetto che per eccesso
1 - insufficiente od elevata somministrazione di sostanze proteiche; eccesso o carenza di minerali ed in particolare uno squilibrato rapporto di calcio e fosforo in grado di interferire sul loro assorbimento o su quello degli oligoelementi;
6 - eccessiva riduzione della fibra grezza in particolare da parte degli allevatori che hanno abolito i semi secchi
7 - alimenti fermentati, rangidi, ammuffiti o diversamente tossici.
Nel nostro settore i maggiori guai sono dovuti ad eccessi
Una ridotta fertilità dei riproduttori può essere conseguenza diretta di una dieta errata, ma
anche la conseguenza di malattie dismetaboliche o alimentari, dovute cioè a diete squilibrate ,o di malattie infettive e infezioni favorite da una alimentazione eccessiva o carente di principi nutritivi essenziali.
Il che non è facile diagnosticare, anche se nel nostro settore, il più delle volte non si tratti che di eccessi alimentari conconseguente pinguedine, fegato ingrossato, intestini arrossati, feci anormali. Non con sideriamo pertanto le possibili conseguenze di un insufficiente apporto energetico, consueto negli animali da reddito alimentati con diete il più possibile economiche, ma del tutto improbabili negli uccelli allevati in prigionia per hobby.
Gli eccessi riguardano soprattutto le proteine, i minerali e le vitamine non in corretti rapporti, nei pastoncini, con la componente glucidica e lipidica, ma riguardano anche un eccesso di questi ultimi attraverso alimenti molto ghiotti per gli uccelli come zuccheri, miele, semi oleosi (niger-papavero).
In che modo le proteine pregiudicano la fertilità
Per quanto riguarda le proteine, certi tecnici consigliano percentuali assurde, non sperimentate e pertanto inaccettabili. L'insufficiente apporto di proteine nella dieta del pappagallo, tale da diminuire la secrezione ipofisaria di ormoni gonadotropi, è nella pratica avvenimento del tutto eccezionale, riscontrabile soltanto presso novizi sprovvduti di ogni condizione ed esperienza che alleviino con diete uniformi incomplete e senza pastoncino.
Piuttosto comune l'evenienza contraria per ignoranza o errata interpretazione delle corrette norme che da anni cerchiamo di divulgare o perché sugli allevatori prevalgono i pareri di persone disinformate e piene soltantodi presunzione. Il prof. Cappa scrive che le proteine in eccesso producono diminuzione di fertilità:
1. a causa di una diminuita attivazione degli ormoni sessuali per insufficienze epatico-renali;
2. per un'elevata produzione di sostanze tossiche (amine) durante il metabolismo proteico in grado di favorire
la mortalità embrionale, situazione esasperata dalla diminuita capacità disintossicante del fegato; 3. prove fatte in altri settori zootecnici dimostrano che un eccesso di proteine ed una carenza energetica, riducono la fecondità di soggetti integri del 45-50%.
Del resto ogni persona è in grado di valutare le conseguenze digestive, di stress e di resa sul lavoro, di un ricco pasto a base di carni, salumi, legumi e formaggi o di alimenti di elevato tenore proteico. Sottoponendo i riproduttori per lungo tempo a regimi di questo genere si finisce per renderli sterili.
Funzione dei minerali nel meccanismo riproduttivo
La frazione minerale della dieta non sembra costituisca un problema nell'alimentazione degli adulti che ne dovrebbero trovare a sufficienza negli alimenti solitamente offerti, salvo un'integrazione costante di calcio sotto forma di grit, osso di seppia, sabbia lasciati a disposizione e ciò per il prevalere in essi del fosforo. Per i nidiacei basterà aggiungere nel pastoncino un cucchiaio di sali minerali complessi per chilo.
I minerali che più interessano il metabolismo e interferiscono sulla riproduzione sono calcio, fosforo, rame, iodio, manganese e zinco.
Il fosforo pare condizioni la secrezione dell'ormone follicostimolante (SHf) da parte dell'ipofisi mentre il manganese gli sarebbe indispensabile per elaborare l'ormone luteinizzante (LH).
Evitare gli squilibri con i'integrazione
Lo zinco stimolerebbe la produzione dei suddetti ormoni gonadotropi, la cui carenza influisce sulla forma amotosa, mentre lo iodio—condizionando la sintesi degli ormoni tiroidei — controlla indirettamente l'attività ovarica. L'attività del rame pare in connessione col meccanismo della riproduzione influenzano l'attività sessuale.
Pur contenendone la dieta suffcienti quantità, ci può essere un'insufficiente utilizzazione di minerali a causa del loro squilibrio: una minore utilizzazione, ad esempio, di manganese, znco e fosforo per eccesso di calcio; di iodio per la presenza di sostanze antiroidee; di rame per eccesso di molibdeno e di zolfo.
Per evitare le conseguenze di questi squilibri, si consiglia 1' allevatore di impiegare i sali minerali complessi di marca, dove sono miscelati in corrette proporzioni e capaci, anche, di correggere gli squilibri apportati dagli alimenti.
L'attività delle vitamine A D E nella riproduzione e lo sviluppo
Le vitamine necessarie alla riproduzione e allo sviluppo sono la A, D e E, come i nostri iscritti sanno da sempre.
La vitamina A è considerata antisterile per eccellenza a motivo della sua azione protettiva degli epiteli e delle mu- cose degli organi dell'apparato genitale: cloaca, ovidutto, ovaie, testicoli, deferenti, etc., aiutata in ciò dalla vitamina E 51 che ha azione antiossidante e protettiva. Inoltre, quest'ultima, sembra abbia un'importante azione a livello cellulare favorendo l'interscambio, l'attecchimento e lo sviluppo embrionale per cui è corretto e consigliabile somministrarla ai riproduttori durante la loro preparazione alle cove.
Vitamina D e del gruppo B
La vitamina D3, antirachitica favorisce negli uccelli un cortetto assorbimento intestinale di calcio e fosforo anche quando i due minerali fossero presenti in rapporto squilibrato soddisfacendo tutti i bisogni dell'organismo. Un eccesso del cosiddetto “fattore antirachitico”, contenuto in dosi elevate nell'olio di fegato di merluzzo, può tuttavia causare rachitismo o decalcificazione delle ossa.
Tutte le altre vitamine, in una dieta varia di semi, frutta e verdure, dovrebbero essere presenti in quantità sufficienti.
Potrebbero fare difetto in caso di semi non freschi e germinabili, di alimenti fermentati o rangidi, di somministra-
zione di antibiotici le vitamiine del gruppo B che consigliamo di aggiungere alla dieta o al pastoncino in caso di astenia e debolezza, sviluppo insuffciente, arresti nella crescita, pollice scivolante, agitazione e nervosismo.
Un argomento che abbisogna di studi e ricerche specifiche
Le cause e i modi con cui 1'alimentazione può interferire nella fertilità sono qui riassunte molto empiricamente, in forma incompleta e non specifica, potendo ogni argomento essere sviluppato più a fondo, e quindi approfondito con esami e ricerche da parte di specialisti sperimentati e dotati delle apparecchiature necessarile.
Troppo spesso, infatti, siamo costretti a dire: pare, sembra, si ritiene, dovrebbe, anche in riferimento a studi e ri-
sultati di altri settori zootecniici, il che lascia spazio a troppe ipotesi ed affermazioni personali, non controllate o suffragate da prove, spesso inaccettabili.
In ornicoltura ciò che più incide sull'integrità fisiologica e sulla fertilità dei riproduttoti, è sicuramente l'alimentazione troppo ricca e inadatta al fisico degli uccelli che affatica 1'apparato digestivo, fegato e pancreas pregiudicandone l'efficienza e la corretta attività.
Diete ricche, inedatte e dannose
Inoltre, poiché ogni alimento viene demolito da particolari enzimi, un cambio troppo brusco della dieta specie in fase riproduttiva, crea difficoltà digestive, sostanze tossiche e difficoltà metabiliche che mettono in crisi di operatività gli organi più delicati.da considerarsi ricca la dieta costituita da alimenti troppo concentrati ed energetici; è da considerarsi inadatta quella costituita da sfarinati e pastoncini del tutto privi di fibra perché contraria al sistema digestivo dei granivori; è da considerarsi più o meno dannosa quella costituita da alimenti non freschi, mal conservati, fermentati, irrangiditi o ammuffiti che causano micotossine e sostanze tossiche, anche ad azione estrogena, dannose a fegato, reni e sistema nervoso che incidono sulla fertilità
Il prof. Vittorio Cappa, titolare della cattedra di Zootecnia speciale, al Sacro Cuore di Piacenza, ha scritto per L'Informatore Agrario un articolo su alimentazione e fertilità da cui stralciamo qualche concetto indicativo anche per il nostro settore. L'alimentazione interferisce sulla fertilità per il 50%
Tentare di quantificare l'incidenza dei vari fattori che possono influire sulla fecondità zootecnica in genere è sempre arduo scrive il prof.Cappa essi possono rappresentare variazioni notevoli a seconda dell'allevamento, della zona agraria, della localizzazione geografica dove i rilievi vengono eseguiti.
L'alimentazione ha un'importanza preminente sugli altri fattori: il 50% contro il 50 suddiviso tra ambiente, tecniche di allevamento e fattori genetici e sanitari.
Funzionamento dell'apparato riproduttore
L'alimentazione può essere causa diretta o indiretta di queste alterazioni, ma anche l'ambiente, le tecniche di allevamento,le condizioni sanitarie ed igieniche, fattori genetici a parte, possono influenzarle. Ed il perché dovrebbe essere facilmente capito da chi conosce le norme che regolano il funzionamento dell'apparato riproduttivo sia nel maschio che nella femmina. L'apparato femminile, in particolare, I'allevatore sa che è regolamentato da ormoni che provengono dall'ipofisi controllata dal sistema nervoso centrale o ipotalamo. Questi provoca la liberazione di ormoni che, a loro volta, liberano a livello dell'ipofisi, l'ormone follico stimolante (FSH) e l'ormone luteinizzante (LH) che assieme regolano il ciclo astrale e la produzione di ormoni ovarici.
Stimoli di natura interna che esterna
L'ipotalamo nei mammiferi, come negli uccelli, può essere raffigurato come il punto di partenza di una serie di stimolinche raggiungono le ovaie regolandone l'attività, mentre la sua attività è influenzata da stimoli sia di natura umorale (ormoni) che sensoriale (esterni), che si traducono in impulsi attivanti o inibenti.
Gli stimoli di natura sensoriale possono essere visivi, olfattivi, emozionali, come conseguenti
a malattie dell'apparato genitale e alla situazione dell'organismo in generale (costituenti glucosici, fosforici,etc
del sangue, ad esempio) quindi dipendenti dal metabolismo e dall'alimentazione.
Temperatura luce e le altre condizioni ambientali che stimolano l'attività sessuale e favoriscono la fertilità
Le variazioni ambientali esercitano un'influenza predominante sul comportamento sessuale degli animali mediante l'attivazione dell'ipotalamo. L'effetto della bassa temperatura è, in genere,di scarsa rilevanza, mentre l'alta temperatura, in particolare se associata ad elevata umidità, produce stress da calore che riducono la fertilità. Avvenuta la fecondazione lo sviluppo dell'uovo fecondato (ovocita) in queste condizioni, è più difficile per cui un germe debole può non sopravvivere.
L'intensità e la durata della luce nelle 24 ore influenzano variamente l'attività sessuale
Come ogni allevatore sa, il corretto impiego del programmatore luce che troppi usano con molta disinvoltura, è deciisivo ai risultati. Altre condizioni che favoriscono l'eccitazione sessuale sono dovute a stimoli di natura visiva, uditiva e più raramente olfattiva negli uccelli, causati dalla vicinanza del maschio o dal suo canto, dalla parata amorosa di altre coppie, dalla costruzione del nido, etc.
Condizioni ambientali negative alla robustezza e allo sviluppo degli embrioni
Tutti questi stimoli agiscono aumentando la sensibilità dell ipotalamo all'azione degli ormoni ovarici Condizioni stressanti negative possono essere dovute a spazi di alloggio
insufficienti (lotte per la conquista dei "territori" di nidificazione), dall'immissione in voliera di nuovi soggetti che causano scompiglio e squilibrio di gerarchie già formate, coppie spaiate e soggetti intolleranti, cambiamenti di orari, diete e persone nella conduzione, etc.
I riflessi negativi di queste condizioni sembrano interferire sull'attività delle surrenali che sotto certi stimoli mettono in circolo quantità anormali sia di glicocorticoidi, che provocherebbero mortalità embrionali, che di progestinici che attraverso l'ipotalamo controllano la produzione di gonadotropi. Produce effetti del tutto negativi , è inutile ricordarlo l'accoppiamento prematuro, in particolare della femmina immatura o sessualmente impreparata.
Ovvie le conseguenze sulla fertilità di infiammazioni e malattie di cloaca, ovidotto, deferenti, ovaia a causa di ma-
lattie infettive come colibacillosi, salmonellosi, micoplasmosi, etc., che danneggiano in varia misura l'apparato riproduttore e possono rendere una femminaanche permanentemente infeconda.
Una dieta squilibrata, carente o in eccesso causa anche malattie dismetaboliche
Ma vediamo soprattutto il motivo principale di questa nota o gli effetti dell'alimentazione sulla fertilità degli uccelli. Essa può ridurla per:
1 - anormale apporto energetico
2 - insufficiente od elevata somministrazione di proteine; eccesso, carenza o squilibrio di minerali;
3 - carenze vitaminiche (A D E);
4 - alimenti tossici.
Quindi: anormale apportoenergetico, sia per difetto che per eccesso
1 - insufficiente od elevata somministrazione di sostanze proteiche; eccesso o carenza di minerali ed in particolare uno squilibrato rapporto di calcio e fosforo in grado di interferire sul loro assorbimento o su quello degli oligoelementi;
6 - eccessiva riduzione della fibra grezza in particolare da parte degli allevatori che hanno abolito i semi secchi
7 - alimenti fermentati, rangidi, ammuffiti o diversamente tossici.
Nel nostro settore i maggiori guai sono dovuti ad eccessi
Una ridotta fertilità dei riproduttori può essere conseguenza diretta di una dieta errata, ma
anche la conseguenza di malattie dismetaboliche o alimentari, dovute cioè a diete squilibrate ,o di malattie infettive e infezioni favorite da una alimentazione eccessiva o carente di principi nutritivi essenziali.
Il che non è facile diagnosticare, anche se nel nostro settore, il più delle volte non si tratti che di eccessi alimentari conconseguente pinguedine, fegato ingrossato, intestini arrossati, feci anormali. Non con sideriamo pertanto le possibili conseguenze di un insufficiente apporto energetico, consueto negli animali da reddito alimentati con diete il più possibile economiche, ma del tutto improbabili negli uccelli allevati in prigionia per hobby.
Gli eccessi riguardano soprattutto le proteine, i minerali e le vitamine non in corretti rapporti, nei pastoncini, con la componente glucidica e lipidica, ma riguardano anche un eccesso di questi ultimi attraverso alimenti molto ghiotti per gli uccelli come zuccheri, miele, semi oleosi (niger-papavero).
In che modo le proteine pregiudicano la fertilità
Per quanto riguarda le proteine, certi tecnici consigliano percentuali assurde, non sperimentate e pertanto inaccettabili. L'insufficiente apporto di proteine nella dieta del pappagallo, tale da diminuire la secrezione ipofisaria di ormoni gonadotropi, è nella pratica avvenimento del tutto eccezionale, riscontrabile soltanto presso novizi sprovvduti di ogni condizione ed esperienza che alleviino con diete uniformi incomplete e senza pastoncino.
Piuttosto comune l'evenienza contraria per ignoranza o errata interpretazione delle corrette norme che da anni cerchiamo di divulgare o perché sugli allevatori prevalgono i pareri di persone disinformate e piene soltantodi presunzione. Il prof. Cappa scrive che le proteine in eccesso producono diminuzione di fertilità:
1. a causa di una diminuita attivazione degli ormoni sessuali per insufficienze epatico-renali;
2. per un'elevata produzione di sostanze tossiche (amine) durante il metabolismo proteico in grado di favorire
la mortalità embrionale, situazione esasperata dalla diminuita capacità disintossicante del fegato; 3. prove fatte in altri settori zootecnici dimostrano che un eccesso di proteine ed una carenza energetica, riducono la fecondità di soggetti integri del 45-50%.
Del resto ogni persona è in grado di valutare le conseguenze digestive, di stress e di resa sul lavoro, di un ricco pasto a base di carni, salumi, legumi e formaggi o di alimenti di elevato tenore proteico. Sottoponendo i riproduttori per lungo tempo a regimi di questo genere si finisce per renderli sterili.
Funzione dei minerali nel meccanismo riproduttivo
La frazione minerale della dieta non sembra costituisca un problema nell'alimentazione degli adulti che ne dovrebbero trovare a sufficienza negli alimenti solitamente offerti, salvo un'integrazione costante di calcio sotto forma di grit, osso di seppia, sabbia lasciati a disposizione e ciò per il prevalere in essi del fosforo. Per i nidiacei basterà aggiungere nel pastoncino un cucchiaio di sali minerali complessi per chilo.
I minerali che più interessano il metabolismo e interferiscono sulla riproduzione sono calcio, fosforo, rame, iodio, manganese e zinco.
Il fosforo pare condizioni la secrezione dell'ormone follicostimolante (SHf) da parte dell'ipofisi mentre il manganese gli sarebbe indispensabile per elaborare l'ormone luteinizzante (LH).
Evitare gli squilibri con i'integrazione
Lo zinco stimolerebbe la produzione dei suddetti ormoni gonadotropi, la cui carenza influisce sulla forma amotosa, mentre lo iodio—condizionando la sintesi degli ormoni tiroidei — controlla indirettamente l'attività ovarica. L'attività del rame pare in connessione col meccanismo della riproduzione influenzano l'attività sessuale.
Pur contenendone la dieta suffcienti quantità, ci può essere un'insufficiente utilizzazione di minerali a causa del loro squilibrio: una minore utilizzazione, ad esempio, di manganese, znco e fosforo per eccesso di calcio; di iodio per la presenza di sostanze antiroidee; di rame per eccesso di molibdeno e di zolfo.
Per evitare le conseguenze di questi squilibri, si consiglia 1' allevatore di impiegare i sali minerali complessi di marca, dove sono miscelati in corrette proporzioni e capaci, anche, di correggere gli squilibri apportati dagli alimenti.
L'attività delle vitamine A D E nella riproduzione e lo sviluppo
Le vitamine necessarie alla riproduzione e allo sviluppo sono la A, D e E, come i nostri iscritti sanno da sempre.
La vitamina A è considerata antisterile per eccellenza a motivo della sua azione protettiva degli epiteli e delle mu- cose degli organi dell'apparato genitale: cloaca, ovidutto, ovaie, testicoli, deferenti, etc., aiutata in ciò dalla vitamina E 51 che ha azione antiossidante e protettiva. Inoltre, quest'ultima, sembra abbia un'importante azione a livello cellulare favorendo l'interscambio, l'attecchimento e lo sviluppo embrionale per cui è corretto e consigliabile somministrarla ai riproduttori durante la loro preparazione alle cove.
Vitamina D e del gruppo B
La vitamina D3, antirachitica favorisce negli uccelli un cortetto assorbimento intestinale di calcio e fosforo anche quando i due minerali fossero presenti in rapporto squilibrato soddisfacendo tutti i bisogni dell'organismo. Un eccesso del cosiddetto “fattore antirachitico”, contenuto in dosi elevate nell'olio di fegato di merluzzo, può tuttavia causare rachitismo o decalcificazione delle ossa.
Tutte le altre vitamine, in una dieta varia di semi, frutta e verdure, dovrebbero essere presenti in quantità sufficienti.
Potrebbero fare difetto in caso di semi non freschi e germinabili, di alimenti fermentati o rangidi, di somministra-
zione di antibiotici le vitamiine del gruppo B che consigliamo di aggiungere alla dieta o al pastoncino in caso di astenia e debolezza, sviluppo insuffciente, arresti nella crescita, pollice scivolante, agitazione e nervosismo.
Un argomento che abbisogna di studi e ricerche specifiche
Le cause e i modi con cui 1'alimentazione può interferire nella fertilità sono qui riassunte molto empiricamente, in forma incompleta e non specifica, potendo ogni argomento essere sviluppato più a fondo, e quindi approfondito con esami e ricerche da parte di specialisti sperimentati e dotati delle apparecchiature necessarile.
Troppo spesso, infatti, siamo costretti a dire: pare, sembra, si ritiene, dovrebbe, anche in riferimento a studi e ri-
sultati di altri settori zootecniici, il che lascia spazio a troppe ipotesi ed affermazioni personali, non controllate o suffragate da prove, spesso inaccettabili.
In ornicoltura ciò che più incide sull'integrità fisiologica e sulla fertilità dei riproduttoti, è sicuramente l'alimentazione troppo ricca e inadatta al fisico degli uccelli che affatica 1'apparato digestivo, fegato e pancreas pregiudicandone l'efficienza e la corretta attività.
Diete ricche, inedatte e dannose
Inoltre, poiché ogni alimento viene demolito da particolari enzimi, un cambio troppo brusco della dieta specie in fase riproduttiva, crea difficoltà digestive, sostanze tossiche e difficoltà metabiliche che mettono in crisi di operatività gli organi più delicati.da considerarsi ricca la dieta costituita da alimenti troppo concentrati ed energetici; è da considerarsi inadatta quella costituita da sfarinati e pastoncini del tutto privi di fibra perché contraria al sistema digestivo dei granivori; è da considerarsi più o meno dannosa quella costituita da alimenti non freschi, mal conservati, fermentati, irrangiditi o ammuffiti che causano micotossine e sostanze tossiche, anche ad azione estrogena, dannose a fegato, reni e sistema nervoso che incidono sulla fertilità