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Uova dei volatili non devono essere toccate con le mani

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Presidente FEO O.
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Iscritto il: mer mar 17, 2021 10:27 am

Uova dei volatili non devono essere toccate con le mani

Messaggio da Presidente FEO O. »

Dopo ampia discussione su questa DOMANDA NEL forum FEO vecchio riportiamo le risposte più importanti e utili




Ci sono più persone che continuono a dire che le uova dei volatili non devono essere toccate con le mani. Ma è vero?




Ciao, pensano questo perchè sulle uova rimarrebbe poi l’odore umano che distoglierebbe i volatili dalla cova: non è assolutamente vero, tuttavia, e specialmente se si ritratta di volatili timorosi, l’ispezione del nido e la manipolazione delle uova va ridotta all’essenziale e deve essere attenta per non disturbare troppo gli uccelli in cova, che potrebbero spaventarsi e abbandonare le uova. Tutto qui.



Si ero certa che era così, ma loro insistevano e insistono che è come dicono loro, va be lasciamo perdere…. Mi puoi spiegare le varie covate?



Infatti lasciali perdere. Per quanto riguarda la tua domanda, cominciamo dai pappagalli. I pappagalli depongono un uovo ogni 2 giorni e generalmente iniziano a covarlo dal secondo, dunque la schiusa avverra in tempi successivi tranne che per le due prime uova deposte. I nuovi nati pulli presenti nel nido in questo modo risulteranno di diverse eta e, siccome la crescita in questi animali e molto rapida, i primi nati saranno nettamente piu grandi degli ultimi: questo generalmente non impedisce che tutti vengano correttamente imbeccati dai genitori, sempreche questi ultimi siano bravi riproduttori. Per i canarini. Invece, in altre specie e in particolare nel canarino e affini, se gli animali vengono lasciati fare in modo naturale, i nidiacei risulteranno si di diverse eta, in quanto la femmina depone un uovo al giorno, ma iniziera fin da subito a covarle e tendera poi a imbeccare preferibilmente i nidiacei piu grandi anche perche questi ultimi cercheranno di sovrastare in ogni modo i fratelli. In questo modo e possibile che i nidiacei piu piccoli muoiano per inedia: puo sembrare crudele, ma in realta si tratta di un comportamento innato teso a massimizzare l’efficienza riproduttiva quando gli animali vivono allo stato selvatico. Anche in cattivita il comportamento rimane uguale, in quanto si tratta appunto di un comportamento innato e percio non modificabile rapidamente ma, eventualmente, solo in tempi lunghissimi con l’evoluzione e la selezione naturale. Quando canarini, cardellini, verdoni , verzellini, ecc… si riproducono in Natura, puo capitare che il cibo non sia cosi abbondate da poter assicurare la sopravvivenza di tutti i nidiacei: se lo scarso cibo fosse distribuito in modo uguale dai genitori a tutti nidiacei, morirebbero tutti per scarsa alimentazione. Se, invece, il cibo arriva fondamentalmente ai nidiacei piu grandi e ai piu piccoli solo in caso di abbondanza, si ottiene la sopravvivenza almeno di alcuni uccellini in caso di carestia, cosa che premiera lo sforzo riproduttivo dei genitori che altrimenti verrebbe vanificato. Per evitare questa disparita di trattamento dei nidiacei si possono togliere le uova appena deposte sostituendole con altre finte reperibili nei negozi specializzati e, alla fine della deposizione, porre tutte le uova nel nido contemporaneamente. La deposizione dell’uovo avviene in tempi rapidi: in tutto 25 ore dal momento dell’ovulazione. In questo lasso di tempo l’uovo in formazione attraversa l’ovidutto e poi viene deposto. Dopo l’ovulazione l’uovo viene accolto nella prima porzione dellovidutto, detta infundibulo, che viene attraversato in 15 minuti. In questo lasso di tempo le ghiandole tubulari dellinfundibulo secernono lo strato calazifero dell’albume che circonda l’albume e si formano le calaze. In 3 ore l’uovo attraversa la seconda porzione di ovidutto detta magnum, dove viene aggiunta la restante porzione di albume, sodio, magnesio e calcio. Nella successiva porzione di ovidutto, l’istmo, si formano le membrane testacee in 75 minuti: qui ha inizio anche la calcificazione del guscio e vengono aggiunte proteine all’albume. All’istmo segue l’utero, dove l’uovo passa circa 20 ore durante le quali si completa la formazione del guscio. Qui si ha anche l’aggiunta di una soluzione acquosa allalbume che raddoppia il proprio peso: in pochi secondi l’uovo attraversa la vagina e avviene cosi l’ovodeposizione. Se la femmina non si e accoppiata col maschio puo ugualmente deporre delle uova che risulteranno, ovviamente, non fecondate: l’uovo non e la conseguenza dell’accoppiamento come un cucciolo per il cane, ma dell’ovulazione, che non viene influenzata dall’accoppiamento e dipende invece sia da fattori ambientali fotoperiodo, temperatura alimentazione…, sia ormonali. Le uova di gallina che noi consumiamo vengono prodotte in allevamenti di galline ovaiole dove non ci sono galli e sono quin di uova non fecondate. Negli uccelli l’accoppiamento che conduce alla deposizione di uova fecondate, ed eventualmente alla nascita della prole, puo avvenire anche in tempi relativamente lontani dalla deposizione stessa: infatti, gli spermatozoi possono sopravvivere diverse set timane dopo l’accoppiamento all’interno dell’ovidutto. Alcune specie di pappagalli, in particolare i pappagallini ondulati Melopsittacus undulatus, gli inseparabili Agapornis spp. e i calopsitte Nymphicus hollandi cus, con relativa frequenza vanno incontro a una patologia nota col nome di ovodeposizione cronica. nota col nome di ovodeposizione cronica In pratica, depongono tante uova quasi di continuo per tutto l’anno spesso ogni 30-60 giorni e anche per diversi anni: un fenomeno assolutamente negativo perche puo condurre a deposizione di uova anomale e diversi problemi di salute, percio bisogna cercare di interrompere questa sequenza di deposizioni. Spesso non e facile, ma con tempo e pazienza generalmente si riesce.



Chiarissimo. Tante volte depongono in continuazione, ma ci sono dei metodi per bloccare la deposizione?




L’interruzione della deposizione si può ottenere sia con farmaci sia con modificazioni ambientali come togliere il nido, cambiare la posizione e/o l’arredamento interno della gabbia, ridurre il fotoperiodo a sole 8-10 ore di luce al giorno, porre all’interno della gabbia un pupazzo o un altro oggetto non familiare al pappagallo.


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