Come l’organismo si adatta alle temperature esterne e quali sono i principali interventi da attuare per mantenere il benessere degli animali in condizioni di caldo e di freddo.
di Santi Spadaro
La vita degli organismi viventi dipende da tutti quei processi che permettono di produrre energia e di trasformarla in calore. Tali processi dipendono, a loro volta, dalle variazioni della temperatura esterna: l’organismo, infatti, si adatta proprio in base alla temperatura (acclimatazione o aggiustamenti), producendo modificazioni, che permettono di mantenere costantemente l’ equilibrio con l’ambiente esterno.
Il mantenimento di una temperatura costante rappresenta pertanto una necessità, cui ogni animale deve far fronte.
La capacità di regolare la propria temperatura in funzione della temperatura esterna è prerogativa degli animali a sangue caldo, vale a dire mammiferi e uccelli, dotati di sistemi di controllo (che risiedono nel SNC- sistema nervoso centrale -SNP sistema nervoso periferico) molto più complessi rispetto a quelli degli animali a sangue freddo.
I primi sono detti OMEOTERMI (sangue caldo), in quanto svolgono le normali funzioni vitali, anche con notevoli margini di variazione della temperatura esterna, mentre i PECILOTERMI (sangue freddo) sono animali in cui la temperatura esterna gioca un ruolo fondamentale, tanto che il loro metabolismo, correlato appunto alla temperatura esterna, può anche abbassarsi in maniera vertiginosa, cosa non possibile negli omeotermi.
TEMPERATURA CORPOREA
Molti fattori possono concorrere a modificare la normale oscillazione fisiologica della temperatura interna. Tra questi ricordiamo: sesso, età, stagione, ora, ingestione di liquidi e alimentazione. Gli uccelli hanno una temperatura interna media (temperatura rettale) di circa 41.7 °C, con un intervallo tra i 40.6°C e 43.0°C, valori che si riferiscono al pollo, con luce diurna.I meccanismi regolatori si basano sui ritmi circadiani (ciclo-sonno-veglia), quindi possiamo riscontrare dei picchi di innalzamento della temperatura durante le varie ore della giornata, specialmente nelle ore in cui la calura è accentuata, mentre di notte, con il metabolismo di gran lunga diminuito, possiamo osservare dei cali.
RISPOSTE FISIOLOGICHE-FUNZIONALI AL CALDO
Quando la temperatura ambientale si alza, tutti gli animali mettono in funzione le loro capacità termoregolatorie, quali vasodilatazione cutanea, affanno e, in ultimo, sudorazione che, però, non interessa gli Uccelli. La vasodilatazione cutanea è una risposta funzionale dettata dalla stimolazione dell’area ipotalamica anteriore, unitamente all’azione svolta dai recettori del calore (termorecettori) e da unità sensibili situate nel SNC. La vasodilatazione serve a far affluire la maggior quantità possibile di sangue verso le zone esterne del corpo (involucro), permettendo, appunto, la dispersione del calore attraverso di esso.Questa funzione risulta più difficoltosa negli uccelli, in quanto devono mantenere costante, soprattutto prima degli accoppiamenti: la temperatura dei testicoli, una condizione necessaria affinché avvenga senza problemi lo sviluppo delle cellule germinali. Altro sistema attuato è l’affanno. Chiamato anche polipnea, meglio conosciuta come respiro ansimante, osservabile facilmente anche nei cani.Anche questo è un ottimo metodo per termoregolare, in quanto attraverso inspirazioni/espirazioni accelerate (senza peraltro modificare il volume di aria che entra e abbandona i polmoni durante gli atti respiratori), si elimina il calore in eccesso attraverso l’aria, che si presenta satura di acqua. In ultimo, la sudorazione, conosciuta anche come evaporazione cutanea, non è presente negli Uccelli, appunto perché sono sprovvisti di ghiandole sudoripare.Quindi, ricapitolando, gli Uccelli facilitano la dispersione di calore attraverso la vasodilatazione e l’affanno, che può raggiungere picchi anche di 200-400 atti respiratori minuto.Un altro meccanismo alquanto importante è quello denominato FLUTTER (golar-flutter), che consiste in rapidi movimenti oscillatori del palato e della parte superiore della gola.
COME INTERVENIRE CON IL CALDO
Vi sono alcuni aiuti che noi possiamo e dobbiamo fornire ai nostri Uccelli per evitare stress da colpo di calore. Prima di tutto è necessario somministrare una miscela di semi molto più leggera e digeribile rispetto a quella normalmente fornita durante la fase degli accoppiamenti.E’ opportuno, a tale proposito, aumentare la percentuale dei semi bianchi (farinosi), magari aggiungendo semi di panico o di miglio, al fine di equilibrare la dieta e abbassare la quota lipidica della scagliola. Inutile dire che la fornitura di acqua fresca deve essere costante, con ricambi giornalieri; in questo senso bisogna procedere anche per il bagnetto. Molto importante è la somministrazione di frutta e verdura, anche per i piccoli Uccelli da gabbia e da voliera. Non mi trova d’accordo l’opinione di alcuni allevatori che considerano tale somministrazione inutile e talvolta anche dannosa.Al contrario, frutta e verdura sono alimenti che rompono la monotonia alimentare, tipica della cattività, stimolando la motilità intestinale e risultando anche rinfrescanti.
RISPOSTE FISIOLOGICHE-FUNZIONALI AL FREDDO
Quando la temperatura ambientale diminuisce, tutti gli animali, appartenenti agli omeotermi, attivano reazioni per prevenire il calo della temperatura corporea. La prima regolazione che interviene contro il raffreddamento corporeo è chiamata regolazione fisica; se questa non dovesse bastare a riscaldare il corpo adeguatamente, entra in azione la regolazione chimica, dipendente dal metabolismo.La percezione al freddo è sotto il controllo dell’ipotalamo posteriore, il quale, stimolato dalla bassa temperatura del sangue, attiva gli adattamenti corporei per sopperire e difendersi all’abbassamento della temperatura stessa. Oltre all’ipotalamo, sono implicati anche specifici recettori, chiamati appunto frigorecettori. Gli adattamenti che il corpo mette in atto per mantenere la temperatura corporea sono prima di tutto adattamenti circolatori, che si verificano attraverso vasocostrizione su cute e tessuti superficiali esposti al freddo. Ciò permette di ridurre la dispersione di calore, per due motivi:a) perché il diminuito flusso ematico provoca un calo della temperatura cutanea;b) perché l’isolamento dell’epidermide aumenta a causa della vasocostrizione e, quindi, ne consegue un minor quantitativo di calore ceduto dal sangue ai tessuti per conduzione.
Durante un’esposizione acuta e prolungata a basse temperature, gli Uccelli aumentano l’isolamento tramite l’arruffamento delle piume, appunto per ridurre la superficie di dispersione di calore, sentore questo che la temperatura ha raggiunto i limiti fisiologici e regolatori degli animali. Nei mammiferi l’aumento della produzione di calore avviene tramite brivido (contrazione ritmica dei muscoli scheletrici), termogenesi senza brivido e tramite l’aumento del metabolismo.
Negli Uccelli, la più importante modalità per aumentare la produzione di calore è appunto il metabolismo. In condizioni normali il metabolismo è attivato e permette le funzioni vitali degli organi (metabolismo basale). Nel caso in cui si creino situazioni poco favorevoli, il metabolismo viene stimolato e quindi di riflesso aumenta, e tramite l’idrolisi dei substrati (carboidrati, lipidi in primis), l’animale si va garantendo le condizioni ottimali alla sua sopravvivenza.
COME INTERVENIRE CON IL FREDDO Nel caso in cui gli animali siano alloggiati all’esterno, è importante evitare che vengano esposti e quindi colpiti direttamente dai freddi venti invernali, quindi è opportuno applicare una protezione alla gabbia.
Ottimo in questo senso di dimostra il cellophane, giustamente posizionato, quindi applicato sui tre lati della gabbia.Per gli animali alloggiati in locali interni, ovviamente, non è necessario alcun intervento supplementare, se non quello magari di chiudere le finestre, nel caso in cui la temperatura sia molto rigida, per poi riaprirle quando le condizioni ambientali si fanno più accettabili.
Per entrambe le situazioni, comunque, è auspicabile apportare delle modificazioni all’alimentazione.
E’ opportuno quindi aumentare le dosi di semi oleosi per permettere una maggiore termogenesi, evitando stress agli animali, che si trovano a stimolare al limite il loro meccanismo regolatorio
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